un paese

“E questi che vedrete, che parlano, non li abbiamo scelti perché proprio loro avevano qualcosa da dire, ormai si sa che tutti hanno qualcosa da dire, perciò mi sarebbe piaciuto interrogarne almeno un migliaio, fare un bel librone dando una pagina a ciascun suzzarese. Un’opera così la dovrei fare un giorno, è solo questione di buona volontà, o se non ci penserò io ci penserà qualche altro, e in un modo che mi auguro più profondo e completo, su uno qualsiasi dei luoghi abitati d’Italia…”

Così scriveva Cesare Zavattini nel 1955 davanti alle foto del maestro americano Paul Strand per “Un paese”, un libro fotografico famoso, quasi un manifesto di quella poetica neorealista “che significa” scrive sempre Zavattini “una vera carità di tempo di occhi di orecchi data ai fatti, alla gente del proprio paese”. Il paese in questo caso era proprio il borgo natio di Zavattini, Luzzara, abbandonata a vent’anni e poi cantata e ricantata, sulla scorta delle fotografie di Paul Strand prima, e poi, nel 1976, con le immagini di un altro grande fotografo, Gianni Berengo Gardin, e in innumerevoli altre occasioni.

A raccogliere la sfida di “Un paese”, a poco meno di mezzo secolo di distanza, con “carità di tempo di occhi di orecchi”, sono ora uno scrittore-sociologo e un fotografo, trentini che ripropongono 2un paese”, nel Trentino stavolta, che si chiama Roncegno, così come si presenta qui e ora. Esaudendo anzi alla lettera il desiderio di Zavattini circa il “bel librone… più profondo e completo”._Giovanni Kezich